“Il Governo estenda anche ai Comuni sotto i 15mila abitanti le risorse destinate alla rigenerazione urbana”. Si intitola così la mozione depositata da Silvia Rizzotto, presidente della Seconda commissione consiliare permanente (Zaia Presidente) in Consiglio regionale.
Oggi come oggi infatti, i Comuni di piccole dimensioni non possono beneficiare di tali fondi. “Un’assurdità e un’ingiusta discriminante, perché è proprio in questo momento di difficoltà economica – afferma Rizzotto – che i Comuni ne hanno bisogno”.
Depositando la mozione la presidente della Seconda Commissione impegna la Giunta Regionale a far pervenire la stessa al Presidente del Consiglio dei Ministri “affinché vengano intraprese dal Governo italiano – spiega Rizzotto – tutte le opportune azioni, in ogni sede competente, al fine di rivedere le attuali disposizioni.
Nella mozione sono spiegati i passaggi che hanno portato a questa richiesta. La legge n. 160 del 2019 “Bilancio di previsione dello Stato, per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022” ha stanziato due fondi destinati agli Enti Locali per finanziare interventi relativi alla rigenerazione urbana. Il primo fondo fa riferimento al “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” con una dotazione di 853,81 milioni di euro “ma è riservato ad una platea ristretta di beneficiari – spiega Rizzotto – le Regioni, le Città Metropolitane, i Comuni Capoluoghi di Provincia, la Città di Aosta e i Comuni con più di 60.000 abitanti”. Poi c’è il secondo fondo, destinato ad investimenti in progetti di rigenerazione urbana per la riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, che mette a disposizione un budget 10 volte più grande, cioè 8,5 miliardi di euro ed è stato rivolto dal legislatore ad una platea di beneficiari più vasta, ovvero tutti i Comuni italiani. “In Conferenza Stato-Città però – ricorda la presidente – l’Anci ha concordato con il Ministero dell’Interno di limitare la possibilità di richiedere i fondi solo per i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti”.
Nel testo della mozione si ricorda anche la legge n.158 del 2017, “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni” che favorisce il sostenibile sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale dei piccoli comuni. “Così da promuovere l’equilibrio demografico del Paese – precisa la presidente – favorendo la residenza in tali comuni, tutelando e valorizzando al contempo il loro patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico”.
“I comuni di piccole dimensioni infatti – prosegue Rizzotto – rappresentano non solo un patrimonio di storia, cultura e tradizioni, ma sono nettamente più numerosi rispetto agli altri enti di maggiori dimensioni. In Veneto, ad esempio, i Comuni sotto i 15.000 abitanti sono ben 505 su 563 comuni, quindi i beneficiari delle risorse del governo nella nostra regione saranno solo 58 comuni, pari al 10,3%”.
“L’esclusione di oltre settemila enti locali – prosegue la presidente – non è coerente con la situazione economica e sociale attuale, fortemente condizionata dalle conseguenze negative della pandemia da Covid-19. E’ paradossale che, proprio in un momento storico come questo, la maggior parte degli enti locali italiani possa essere esclusa da una manovra finanziaria che darebbe sollievo in un momento tanto difficile, fungendo da volano per la ripresa economica”.
“Chiedo quindi al Governo – conclude la consigliera – una revisione delle disposizioni vigenti, così da estendere le risorse attualmente stanziate anche agli enti locali al di sotto dei 15.000 abitanti”.