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Rigo (LV) “Scelte incomprensibili e dannose, pronti a scendere in piazza con i lavoratori”
Pubblicato il 22 Aprile 2021

Venezia, 22 aprile 2021 – “Scelte incomprensibili e dannose per il Veneto e Verona, se sinistra e grillini intendono bloccare l’Italia e ridurla alla povertà non resteremo alla finestra: sono pronto a scendere in piazza al fianco di chi, da oltre un anno, è senza lavoro”.

Va giù duro il consigliere regionale Filippo Rigo, vice capogruppo di Liga Veneta per Salvini premier, sul decreto riaperture.

“Per una regione altamente vocata al turismo come la nostra – spiega il consigliere – dove ogni anno arrivano oltre 70 milioni di turisti, soprattutto stranieri, e per una provincia come quella di Verona, con la sua città d’arte, quarta in Italia per numero di visitatori, e i Lago di Garda, meta estiva di turisti italiani e tedeschi, questa scelta è un disastro e un danno enorme su tutti i fronti. Questo decreto va a favorire i nostri diretti competitor turistici e mete vicine come Spagna, Grecia e Croazia, leggendo le misure è chiaro che chi lo ha scritto non conosce la realtà del mondo del lavoro”.

“Senza contare – prosegue Rigo – che i vari parchi tematici come Gardaland e Caneva potranno riaprire solo il primo luglio e oltre alla perdita di guadagni si sommerà la difficoltà di mantenere i posti di lavoro”.

“Il nuovo decreto sulle riaperture – aggiunge il consigliere veronese – dovrebbe avere un altro nome, perché queste non possono essere considerate aperture di buon senso.  Prepariamoci a vedere chiudere per sempre altri pubblici esercizi, a nuove perdite di posti di lavoro; già me lo vedo il cartello fuori dalle pizzerie nei giorni di maltempo “Chiuso per pioggia”, senza contare le discriminazioni subite dai locali senza plateatico.

“Tornano ad essere colpite duramente le attività produttive – prosegue Rigo – incomprensibile il coprifuoco fino alle 22 e i locali aperti all’aperto fino al 1 giugno, per poi riprendere al chiuso ma solo fino alle ore 18. Questo è accanimento contro i pubblici esercizi, ma anche gli spettacoli e le manifestazioni, a causa di queste decisioni, salteranno direttamente e non saranno proprio organizzate per tutta l’estate”.

“Non si riesce a capire con che logica siano state prese certe decisioni – prosegue – Le famiglie non ce la fanno più: se negli altri paesi oltre alla salute si tutelano gli interessi dei cittadini, a rimetterci nel nostro sono proprio gli italiani”.