Venezia, 16 marzo 2021 – «Oggi ci troviamo a discutere di una grande opportunità non solo per il Veneto o l’Italia, ma per l’Europa intera. Un piano che rappresenta un cambio di paradigma nella politica dell’UE, passata da una politica dell’austerity che, fino ad adesso, ha portato il continente allo stremo, a una politica di investimento per il futuro. Il precedente Governo aveva affrontato questa battaglia facendo errori macroscopici: aveva tagliato del tutto fuori Regioni ed enti locali, contravvenendo apertamente a quelle che erano le direttive di Bruxelles. Aveva operato una suddivisione ingiusta delle risorse, concentrandole per i due terzi al Sud Italia. Al nuovo premier Draghi, che crediamo persona decisamente più preparata dal punto di vista economico per affrontare questa sfida, chiediamo di porre rimedio a questi errori, di tornare indietro su quello che era stato uno schiaffo alla parte produttiva del Paese, di inserire benzina nel vero motore del Paese, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Lasciare al margine queste tre grandi regioni, sarebbe una scelta davvero miope». Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente, presenta con queste parole in aula la sua risoluzione sul Recovery Fund.
«Il premier Draghi, prima ancora di arrivare a Palazzo Chigi, ha più volte parlato di un concetto che i nostri imprenditori veneti conoscono bene, la differenza tra debito buono e debito cattivo. E oggi stiamo parlando proprio di assumerci un debito buono. Prendiamo ad esempio quello che sarà uno dei principali asset di investimento di questo piano: la transizione ecologica. Di fronte a noi abbiamo due strade. La prima è una strada virtuosa, fatta di incentivi pe l’ammodernamento di macchinari, per la creazione di posti di lavoro, per il potenziamento della competitività, per cercare nuovi mercati, anche all’estero. Se questa è l’intenzione del Governo, ci trova pienamente d’accordo. Se però la transizione ecologica passerà attraverso la riproposizione di scelte sconsiderate del passato come la plastic tax, che rendono ancora più difficile un posizionamento sul mercato internazionale delle nostre imprese, allora saremo strenuamente contrari. Crediamo, però, che Draghi conosca troppo bene le logiche del mercato per intraprendere questa via. Tutte le attività di investimento devono creare lavoro e, soprattutto, nuove opportunità di lavoro per i giovani, sulle cui spalle graverà il peso di questo debito. L’obiettivo che tutti noi dobbiamo prefiggerci è quello di fare in modo che i Veneti possano tornare a vivere sereni e a guardare al futuro con più ottimismo. Perché ciò avvenga, però, ricordiamoci cosa dicevano gli antichi romani: “primum vivere, deinde philosophari”. E’ fondamentale mostrare più senso pratico o, semplicemente, maggiore buon senso di quanto avuto dal Governo Conte».