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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Pan (LV): «Il Veneto abbia i fondi che gli spettano per far ripartire l’economia, perché fino ad ora ha dimostrato di saper investire nel migliore dei modi quanto assegnato»
Pubblicato il 16 Marzo 2021

Venezia, 16 marzo 2021 – «La pandemia e la conseguente crisi economica hanno messo ancora più in luce, se possibile, le grandi contraddizioni di questa Europa a diverse velocità. L’Italia, che da sempre negli ultimi anni è stata fanalino di coda per la crescita del PIL e il debito pubblico, ha bisogno di trovare nuova capacità attrattiva, nuova competitività internazionale. Il Recovery Plan ci offre una nuova opportunità. Già nel nome, questo progetto racchiude un elemento fondamentale: la resilienza. Si tratta della capacità di rinascere a seguito di un trauma. E il Veneto, come la nostra fenice, ha ora l’opportunità di risorgere dalle proprie ceneri. Una opportunità, dicevamo, ma allo stesso tempo una grande responsabilità: dei 196,5 miliardi che arriveranno al nostro Paese, ben 127 sono di debito e 68 di sovvenzioni. Sarà quindi fondamentale investire questi fondi nel migliore dei modi, per non uscirne peggio di prima». Giuseppe Pan, capogruppo della Liga Veneta per Salvini premier, interviene con queste parole nella discussione odierna sul Recovery Plan.

«Sappiamo tutti quale è il male principale della nostra Italia: la burocrazia, l’eccessiva lentezza e macchinosità dei nostri ministeri. Se Roma pensa di poter gestire una quantità di fondi come questa senza coinvolgere le Regioni, sbaglia di grosso. Ed è anche sbagliato, come aveva fatto il premier Conte, concentrare la stragrande maggioranza delle risorse al Sud. Dobbiamo dimostrarci all’altezza di questi fondi, dobbiamo dimostrare di saperli investire. Ma conosciamo purtroppo tutti la capacità di spesa del Mezzogiorno. Consideriamo solo che la Regione Puglia ha restituito 90 milioni dell’ultimo Piano di sviluppo rurale europeo, proprio perché non è stata capace di investirli.

Il piano regionale del Veneto comprende 155 progetti per far ripartire l’economia della nostra terra. Un’economia fatta da 427.500 piccole imprese che ogni mattina aprono le serrande o si sporcano le mani con i trattori. Bene parlare di digitalizzazione e di transizione ecologica, ma ricordiamo i milioni di Veneti che fanno la forza della manifattura. Abbiamo il dovere di farli lavorare. Il nostro compito è modernizzare le infrastrutture per permettere ai nostri imprenditori di spostarsi, di far conoscere i loro prodotti sui mercati internazionali. Chiediamo di investire nelle ferrovie, nelle idrovie, negli aeroporti e nelle strade. Progetti concreti, perché il Veneto è terra di fatti, e non di parole. Chiediamo che il Veneto abbia dal PNRR quanto gli spetta, perché fino ad ora ha dimostrato di saper non solo spendere i fondi assegnati, ma di saperli investire nel migliore dei modi».