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Piano faunistico, Pan: “Cacciatore moderno, una figura che si attende da tempo. Tra il ritorno degli animali selvatici e il rispetto degli equilibri ambientali”
Pubblicato il 18 Gennaio 2022

Venezia, 18 gennaio 2022 – “L’obiettivo di questo Piano faunistico è intavolare delle modernità che si attendono da tempo”.

Così Giuseppe Pan, dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta in Consiglio regionale, inizia il proprio intervento in aula per la discussione del Piano Faunistico Venatorio.

“I punti su cui soffermarsi – spiega Pan – sono molteplici: cosa spinge ancora tanti cittadini, veneti e italiani, a diventare cacciatori e soprattutto qual è il ruolo del cacciatore nella nostra epoca? Viviamo in una società moderna, culturalmente cresciuta sul piano ambientale, sulla difesa della fauna, della flora e giustamente della sostenibilità. Andiamo verso un’Europa che investirà molto nei prossimi anni in questo senso, e nell’opinione pubblica è cresciuto un sentimento a favore dell’ambiente”.

“Nel 1980 in Italia c’erano – ricorda Pan – 1.700.000 cacciatori. Nel 2020 ne abbiamo 700.000, quindi addirittura un terzo rispetto agli anni Ottanta. Nel frattempo sono cambiate le temperature, le situazioni: quando mai, da giovani, abbiamo visto i cormorani nuotare nel Brenta, nelle nostre lagune? Eppure ormai sono numerosi. Quando mai si intravedevano le oche nelle nostre valli o nelle nostre campagne? Quando mai vedevamo i cigni scorrazzare sui nostri fiumi, sulle nostre lagune? O ancora, gli aironi cenerini e naturalmente gli ibis.

Notiamo animali un po’ strani, anomali per le nostre campagne che a loro volta stanno modificando l’ambiente: gli aironi sono sempre più numerosi e le rane che spariscono, come tutta quella microfauna di cui si cibano.  Vi sono poi i grandi problemi: il ritorno degli orsi, dei lupi, degli sciacalli dorati. Come non ricordare la nutria, o il problema dei cinghiali, la peste suina che stiamo vivendo in questi giorni. L’aviaria portata dagli anatidi dentro i nostri confini, dove anche quest’anno abbiamo dovuto eliminare milioni di polli, galline e tacchini”.

“Quindi, attenzione, abbiamo ormai importato animali e specie che prima non esistevano sul nostro territorio e pullulano, purtroppo, in maniera importante ed invasiva in tutto il Paese. Basti pensare alle scene dei cinghiali che passeggiano per i parcheggi di Roma, ai cinghiali nel Parco Colli Euganei, nei nostri pascoli, sul Baldo dove avvengono le devastazioni. Quindi il cacciatore moderno deve essere sempre più un cacciatore formato, un selecontrollore che aiuti gli enti come la Regione e le Province, le Polizie provinciali, a gestire le specie. Avevamo chiesto all’allora Ministro dell’Ambiente Costa, quando ero assessore regionale, ma anche ai Ministri dell’Agricoltura che si sono succeduti, di rivedere la legge sulla protezione degli animali, perché molte specie non sono più rare e creano enormi danni all’agricoltura. Questo è un tema che dobbiamo porci, al di là dei pensieri e della cultura ambientale di ognuno. Soprattutto per chi sta al Governo ed ha la responsabilità di cambiare la Legge 157, come abbiamo chiesto più volte”.

“Pensiamo che la caccia debba evolversi – conclude Pan – sempre più per diventare una caccia moderna, una caccia di selezione, una caccia d’intervento per far sì che le popolazioni vivano in equilibrio con gli animali. Con questo spirito vedremo gli emendamenti. E porremo attenzione alle specie alloctone infestanti che ormai sono quotidianità della nostra vita”.