Venezia, 12 aprile 2022 – “Subito un sostegno finanziario per aiutare le imprese agricole e della pesca colpite prima dall’emergenza sanitaria, e ora dalla crisi energetica dovuta alla situazione geopolitica. L’impennata dei prezzi rischia di dare il colpo di grazia ad un settore già messo a dura prova da due anni di pandemia e ristrettezze. Non possiamo permettere che questo accada”.
Così Giuseppe Pan (Intergruppo Lega-Liga Veneta) commenta la richiesta al Governo a seguito dell’approvazione all’unanimità della sua mozione in Consiglio regionale del Veneto.
“Il Governo ha prorogato l’abbattimento di 25 centesimi dell’accisa – spiega Pan – su benzina e gasolio. Fino al 2 maggio, quindi, i carburanti costeranno un po’ meno. Ma non basta. La guerra in Ucraina con la conseguente crisi del gas russo, hanno fatto raggiungere costi proibitivi. Pensiamo ad esempio ai pescherecci, a quelle imbarcazioni che possono arrivare a consumare anche 2.500 euro di carburante al giorno. Cifre insostenibili per gli operatori, che hanno spinto le marinerie a bloccare le uscite in mare nei primi giorni di marzo. Da una parte c’è il caro energia e il caro gasolio, dall’altro le restrizioni europee, le difficoltà burocratiche, i costi elevati, il Covid. Il settore della pesca è in grave difficoltà da mesi e bisogna correre ai ripari”.
“C’è poi il comparto alimentare ed agroalimentare – prosegue Pan – che richiede ingenti quantità di energia, calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, per il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro. Gli aumenti toccano tutti i mezzi tecnici, dai concimi ai fitofarmaci. Una situazione che mette a rischio la tenuta economica delle imprese e impatta sulla loro capacità di investire per programmare il futuro. Questa esplosione dei costi – prosegue Pan – costringe le aziende agricole a lavorare in passivo, perché i costi superano quanto pagato agli agricoltori e allevatori per i loro prodotti. Basti pensare ai concimi, che hanno fatto registrare un +170%: oggi l’urea supera addirittura i 1.000 euro a tonnellata rispetto ai 350 euro dello scorso anno, il nitrato ammonico ha raggiunto la quota record di 1.000 euro a tonnellata e il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 350 euro a tonnellata.
Per gli imballaggi si registra grande ritardo per i tempi di consegna, gli incrementi colpiscono per esempio la plastica per i vasetti dei fiori, il vetro e la carta. Senza dimenticare che l’85% delle merci viaggia su gomma, e che con il caro benzina i costi per il trasporto dei prodotti è cresciuto in modo esponenziale. Dunque le aziende che non riescono a sostenere queste spese, sono costrette a chiudere. E’ proprio di ieri un articolo di stampa che racconta come almeno mille aziende agricole in provincia di Pavia stiano lavorando in perdita a causa dell’impennata dei costi aggravata dalla crisi ucraina. In Lombardia il dato arriva a 20mila aziende che per lavorare spendono più di quanto incassino. Un allarme che arriva dalla proiezione di Coldiretti sui dati del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). Una situazione che mette a rischio la tenuta economica delle imprese e impatta negativamente anche sulla loro capacità di investire per programmare il futuro”.
“Sono questi i giorni del Vinitaly – aggiunge Pan – e proprio in occasione della fiera è emersa la mancanza del vetro per le bottiglie. A causa della guerra in Ucraina, sono aumentati del 35% i costi per il vino italiano con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole. Senza un aiuto immediato – conclude – i settori che rendono la produzione italiana un’eccellenza riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo rischia di morire. Non possiamo assolutamente permetterlo. Servono aiuti concreti e immediati per le nostre aziende”.