Venezia, 16 marzo 2023 – “Il Veneto non è terra di mafiosi e ha gli strumenti per contrastare i rischi di infiltrazioni criminali. Lo ribadiamo anche dopo la presentazione della relazione biennale su “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” e le attività svolte nell’ambito della legge regionale 48/2012 che prevede attività conoscitive, formative e di diffusione della cultura della legalità, in particolare rivolte ai giovani oltre che a sostenere pubblicazioni e approfondimenti”. E’ il commento dei consiglieri dell’Intergruppo Lega – LV, Roberto Bet, Silvia Maino, Giovanni Puppato della Quarta Commissione consiliare dopo la presentazione della relazione biennale in Commissione sull’applicazione della legge regionale 48/2012. “Il Veneto con la sua capacità produttiva è realtà appetibile per la criminalità organizzata. Dall’entrata in vigore nel 2012 della legge regionale 48, si è sviluppato quello che potremmo chiamare modello veneto di contrasto alla criminalità organizzata. Il modello veneto di contrasto alla criminalità parte dall’insegnamento che ci ha lasciato Giovanni Falcone, il magistrato ucciso in Sicilia dalla mafia: ossia, per combattere la criminalità organizzata bisogna essere organizzati – proseguono i consiglieri regionali di Lega – LV, Roberto Bet, Silvia Maino e Giovanni Puppato -. Un concetto ripreso nella relazione in Quarta Commissione, citando un documento della Procura della Repubblica di Milano che ha evidenziato come il valore aggiunto della mafia sia dato dal capitale sociale, ovvero dalle relazioni che riesce ad intrattenere con la società civile, imprese, politica, professionisti”. E proseguono i consiglieri regionali di Lega – LV, Roberto Bet, Silvia Maino e Giovanni Puppato: “Il modello veneto si è sviluppato attraverso la sottoscrizione di protocolli della legalità che hanno coinvolto tutti gli attori della società civile. In particolare citiamo il protocollo che è in fase di rinnovo tra Regione, parti sociali e Istituzioni, imprese, professionisti e mondo della scuola, volto a diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Un segnale importante arriva anche dal mondo della scuola perché è partendo dai banchi di scuola che viene diffusa una cultura del rispetto delle norme. Dalla relazione quindi si evince che abbiamo gli anticorpi per combattere i rischi di infiltrazioni mafiose e la Regione del Veneto tiene sempre alta la soglia di attenzione”.