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Finco (Lega-LV): «Non sono io a proporre la trasformazione del Santorso in Covid Hospital, ma i protocolli regionali in base ai numeri. Io resto convinto che sia la soluzione migliore»
Pubblicato il 15 Dicembre 2021

Venezia, 15 dicembre 2021 – «Trovo davvero fuori luogo e strumentali le polemiche e gli attacchi nei miei confronti dei sindaci di Schio e Thiene apparsi in questi giorni: i due primi cittadini mi hanno accusato di aver “proposto” la chiusura dell’ospedale Alto Vicentino di Santorso per farne un Covid Hospital, in barba ai protocolli regionali. Ma mi chiedo: dove hanno vissuto negli ultimi mesi? Non sanno dell’esistenza di un piano di sanità regionale che prevede, in base al numero di contagi e al tasso di ospedalizzazione, la trasformazione di alcuni ospedali, quelli più attrezzati per la cura di pazienti complessi come quelli affetti da Covid, in Covid Hospital? Se l’Ulss Pedemontana dovesse entrare in fascia 3, la trasformazione del Santorso, così come è già accaduto nel Padovano con Schiavonia, sarà automatica. E ripeto, perché sembrano non comprendere l’italiano, se lo diranno i numeri. Sono convinto, e lo ribadisco, che il piano elaborato dalla Regione del Veneto sia il migliore per scongiurare il dilagare dei contagi all’interno di tutte le strutture ospedaliere. Non è una questione di campanilismo o di difesa del proprio piccolo comune, ma una questione di buonsenso e di responsabilità». Nicola Finco (Intergruppo Lega-Liga Veneta), vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, risponde agli attacchi ricevuti in questi giorni in merito al ripristino dei Covid Hospital.

«Ho sempre puntato sulla qualità dell’ospedale Santorso e sono stato tra i primi promotori dell’Ulss Pedemontana. Da parte mia non verrà mai meno l’appoggio per la crescita e la qualità di questa Struttura sanitaria, ma di fronte a una situazione di emergenza dobbiamo pensare di mettere in sicurezza i servizi ospedalieri. Forse i due primi cittadini non hanno capito che non voglio avvantaggiare il bassanese perché è il mio territorio di residenza, e neanche sfruttare la pandemia a fini elettorali. Anzi, se così fosse, avrei detto l’esatto contrario. Semplicemente ho difeso la scelta della Regione di mettere in sicurezza il sistema sanitario con un protocollo non certo inventato da me, ma dai tecnici della Sanità regionale. Un protocollo, ripeto, pensato in base a una valutazione attenta di quelle strutture che hanno personale, strumentazioni, respiratori, sale attrezzate idonee all’accoglienza e alla presa in carico di pazienti Covid. Possibile che chi in questi giorni sta cavalcando la polemica sanitaria sia disposto a correre il rischio di moltiplicare le occasioni di contagio, disperdendo i pazienti contagiati nei vari ospedali, solo per seguire la levata di scudi di qualche sindaco? Sui Covid Hospital ognuno può avere il suo punto di vista, ci mancherebbe, ma prima di accusare me di non conoscere i protocolli regionali, i sindaci di Schio e Thiene farebbero bene a studiare quelle che sono le circolari e le indicazioni arrivate dalla Giunta».