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Finco (Lega-LV): «Contenimento lupi, in merito non ho assolutamente cambiato idea. Nell’attesa che il Governo adotti un piano serio, limitiamo i danni dei grandi predatori»
Pubblicato il 15 Dicembre 2021

Venezia, 15 dicembre 2021 – «Rassicuro il consigliere Zanoni: le mie idee in tema di contenimento del lupo non sono assolutamente cambiate. Sono sempre convinto che la reintroduzione di questo grande carnivoro sulle nostre montagne ha provocato, e continua a farlo tuttora, grandi danni ai pastori che, con tanta fatica, portano avanti un’attività essenziale per la nostra economia. E sono ancora convinto che il Governo debba adottare un piano serio di contenimento e abbattimento degli esemplari più pericolosi, come già altri Paesi a livello europeo stanno facendo. Nell’attesa che questo avvenga, è necessario mettere in atto tutti gli strumenti e i progetti per limitare i danni provocati dai grandi predatori tra cui, appunto il Progetto Melkel, come da me chiesto nell’Ordine del Giorno sul Bilancio, approvato ieri, e nella mozione da me depositata la scorsa settimana». Nicola Finco (Intergruppo Lega-Liga Veneta), vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, interviene così sull’Ordine del Giorno al Bilancio a sostegno del Progetto Melkel.

«Ricordo che il Progetto Melkel è stato presentato questa estate in Unione Montana dei Sette Comuni durante un incontro tenutosi alla presenza dell’assessore Corazzari. Questo progetto ha una durata di 5 anni e prevede il coinvolgimento di 5 malghe e 17 partner, tra cui la stessa Regione, le associazioni di categoria, l’Unione montana dei Sette Comuni, e Dafnae, il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente, per un costo stimato di circa 150mila euro suddivisi tra Regione e Università di Padova. Tre i punti principali del progetto. Innanzitutto la tutela e la protezione, soprattutto durante le ore notturne, del patrimonio zootecnico bovino alpeggiato di età non superiore ai 15-18 mesi: è proprio questa infatti la fascia di bestiame più soggetta (circa il 70%) alla predazione. Si prevede quindi la predisposizione di recinzioni elettrificate a tutela dalle aggressioni notturne, garantendo, al contempo, il rispetto delle tecniche tradizionali di gestione del pascolo e di lavorazione del latte. Il secondo aspetto sarà l’analisi degli effetti sulle caratteristiche del pascolo dovuti al pernottamento degli animali giovani dentro i recinti, attraverso un approfondimento portato avanti dall’Università di Padova. Infine, l’analisi delle modifiche delle modalità di pascolamento conseguenti alla presenza del lupo in malghe con e senza recinti per il ricovero notturno dei giovani bovini. Un progetto quindi ambizioso che, in quanto sperimentale, potrà essere modificato in corso d’opera. Troppi anni sono passati senza che accadesse nulla. In questi anni i ministri che si sono succeduti, su pressione delle lobby animaliste, nulla hanno fatto per dare risposte concrete a quella che è una vera emergenza per quella che è l’economia di montagna. Il vero problema al proliferare del lupo sono le posizioni come quelle Zanoni e la Guarda che, per proteggere a spada tratta i grandi carnivori, hanno lasciato morire di stenti centinaia di animali di allevo, 813 nel solo 2020 in 290 eventi predatori, senza mai esprimere una parola di conforto agli allevatori, considerando quasi questo tipo di animali come se fossero di serie B rispetto ad animali selvatici come volpi o cervi. Più volte io, ma la Regione del Veneto tutta, abbiamo chiesto l’adozione di questo piano. Nell’attesa molte sono state le iniziative adottate dalla Regione del Veneto anche su indicazione delle linee guida nazionali ma che poco o nulla sono servite per contenere i danni provocati dai grandi carnivori».