Venezia, 14 ottobre 2022 – «Sulla polemica che negli ultimi giorni ha coinvolto il tema dell’Autonomia veneta, con alcuni esponenti della Lega che hanno messo in dubbio la legittimità della richiesta delle 23 materie, condivido a pieno la presa di posizione del capogruppo Villanova. È ora di finirla con le riforme a spizzichi e bocconi della serie “vorrei ma non posso”. Dobbiamo fare le cose come Dio comanda, in maniera organica. Se si parla di Autonomia, il nostro riferimento è la Costituzione, e la Costituzione parla appunto di 23 materie, non una, non cinque, non sette». È questo il netto commento di Marzio Favero, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta, in merito alle polemiche degli ultimi giorni scatenatesi attorno all’Autonomia.
«Una cosa deve essere ben chiara: la Regione non sta facendo una forzatura nel chiedere l’Autonomia sulle famose 23 materie. A forzare la posizione sono invece i centralisti che, così facendo, violano un diritto costituzionale, asserendo che serve gradualità o che questa riforma minaccia l’unità nazionale. Forse è il caso di richiamare, oltre all’articolo 117 della Costituzione, anche il 114, nel quale si afferma che la Repubblica è formata dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane e dallo Stato. Questo significa che tutti questi enti sono equiordinati. Tradotto in parole semplici: l’unità della Repubblica non coincide con l’unità dello Stato, ma con un corretto equilibrio tra Stato, Regioni ed enti locali. In occasione del referendum sull’Autonomia – ricorda ancora Favero – all’allora segretario regionale della Lega Gianantonio Da Re che chiedeva quali vie percorrere, risposi che avremmo dovuto mettere in atto la Costituzione così come modificata nel 2001, con quella riforma concessa ob torto collo dalla sinistra a fronte di una opinione pubblica dell’epoca guidata dalla Lega che chiedeva maggiori forme di Autonomia. Il presidente Zaia fa benissimo a chiedere tutte le 23 competenze. Non abbiamo bisogno di riformatori tiepidi, specialmente in un momento storico segnato dalla recrudescenza del conservatorismo. Voglio ricordare le parole di Emilio Lussu, uno dei nostri più autorevoli padri costituenti, che nell’aprile del 1947 lanciò un appello in Assemblea Costituente. Affermò che la Repubblica era la vera eredità della Resistenza, e che la Resistenza, nella sua essenza, era un movimento regionalista e autonomista, contro il centralismo statalista del fascismo. È con queste parole come guida che dobbiamo andare avanti».