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Covid- Brescacin: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: le opposizioni non si danno pace, sollevano polveroni per creare confusione su Zaia e far dimenticare i loro errori gravissimi nella pandemia”
Pubblicato il 5 Maggio 2021

(Arv) Venezia 5 mag. 2021  – “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire: il portavoce delle opposizioni non intende sentir ragioni e nonostante la esaudiente spiegazione data alla V Commissione dal presidente Zaia e dai tecnici della sanità veneta nella gestione del Covid insiste nel dire che non si è dato risposta alle sue domande, il che non è vero. E’ attribuita a Michelangelo una frase che ben coglie questo atteggiamento: ‘meno idee si hanno e meno si è disposti a cambiarle’. La presidente della V Commissione, Sonia Brescacin, commenta così le posizioni della minoranza  all’indomani  della lunga seduta in cui tecnici della sanità e il Presidente della Regione hanno affrontato “una versa e proprio storia delle azioni anti-Covid prese in Veneto – ha detto Brescacin – Per la minoranza non conta nulla il fatto che i tecnici in questione siano quelli che assieme alle scelte politiche del presidente Zaia  hanno portato il Veneto ad avere i migliori indici in assoluto in Italia. Non conta nulla il fatto, più volte ribadito in Commissione, per cui esistono aspetti e andamenti decisamente anomali dell’epidemia che non trovano spiegazioni approfondite, né in Italia né all’estero. Non mi sorprendo: c’è una sinistra che sta marcando la sua politica nel segno della ristrettezza mentale, nega i risultati altrui nella speranza che ciò basti a cancellare quanto di buono è stato fatto. Forse c’è il bisogno di far dimenticare ai Veneti, e non solo ai veneti, quanti errori gravissimi sono stati commessi da chi ha governato a livello nazionale la pandemia.  In altre parole: si solleva un polverone su Zaia, il quale per altro risponde con una trasparenza ineccepibile, magari per far dimenticare le violente pressioni esercitate sui ricercatori dell’Oms che proprio dalla sede di Venezia avevano spiegato i limiti profondi dell’azione del governo italiano nella gestione del Covid-19. Potremmo parlare di banchi con le rotelle, di mascherine strapagate e via di questo passo, fino a ricordare la supponenza con cui veniva trattato il presidente Zaia accusato d’essere un razzista quando, proprio nei primi giorni dell’epidemia, proponeva di chiudere i voli dalla Cina e via discorrendo. Le élite vogliono scrivere, e raccontare, la storia a modo loro e poco importa se di mezzo ci va la verità. Davanti a questa urgenza, ogni spiegazione, ogni risposta, ogni dato scientifico, vien meno: viene meno il fatto che il Veneto ha il minor numero di morti tra le otto regioni del Nord Italia devastate dalla pandemia, ha il maggior numero di vaccinati, vien meno il atto d’aver messo in sicurezza le categorie a rischio e soprattutto gli anziani. Perché sono questi i numeri che hanno fatto la storia del Covid in Veneto, non le illazioni, le tesi, le ipotesi più o meno fumose tanto sbandierate da chi, politicamente, da anni non dà risposte ai cittadini, non ne interpreta bisogni e necessità, diversamente da quanto cerca di fare e fa, e con successo, Luca Zaia.”