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Covid-19 e campagna vaccinale – Brescacin (ZP): «Il ministro Speranza oggi dichiara che i sistemi informatici nazionali devono essere ulteriormente implementati con nuovi sistemi per la prenotazione. Lorenzoni farebbe bene a girare le sue continue richieste a Roma, e non alla Regione»
Pubblicato il 25 Marzo 2021

Venezia, 25 marzo 2021 – «Aumentare l’ansia dei cittadini che vogliono vaccinarsi non aiuta nessuno, né le persone né tantomeno il Servizio sanitario regionale. Se i posti messi a disposizione dall’Ulss 6 Euganea per ricevere il vaccino sono andati subito esauriti, significa non solo che il sistema funziona, ma anche che tutte le dosi previste per quella giornata sono andate a buon fine, senza rischiare di sprecare neanche un prezioso, e ricordiamo ancora raro, vaccino. Piuttosto il consigliere Lorenzoni farebbe bene a leggere il decreto del ministro della Salute Speranza, pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale, che spiega come le risorse informative del Sistema sanitario nazionale debbano essere continuamente “implementati con nuove piattaforme progettate ad hoc”. Se il ministro della Salute ha messo nero su bianco oggi questa necessità, mi chiedo come mai il collega Lorenzoni si lamenti con la Regione della mancanza di un piano non definito da settimane». Così Sonia Brescacin, consigliere regionale del Gruppo Zaia Presidente e presidente della Quinta commissione Sanità, interviene sulla questione vaccini.

«Lorenzoni chiede di mettere in piedi un sistema granitico per la prenotazione, lamentandosi che l’avremmo dovuto già avere da molte settimane. Eppure è il ministro della sua stessa area politica, che è in carica fin dall’inizio della pandemia, a dichiarare che il sistema deve essere continuamente implementato in base alla situazione vaccinale in continua evoluzione. Nonostante abbiamo provato a spiegargli in ogni modo che, oggi come oggi, con questa incertezza continua sulle forniture di vaccini, la campagna vaccinale non possa essere programmata sul lungo termine, il collega sembra non aver ancora colto quale sia il problema. Le Regioni sono costrette a navigare a vista, pronte ad adeguarsi da una parte alle forniture delle case farmaceutiche, dall’altra alle continue ricerche e decisioni e dell’Unione Europea».