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Cecchetto (LV) e Brescacin (ZP): «Dalle colleghe di minoranza atteggiamento irrispettoso e inquisitorio verso i tecnici intervenuti in Commissione d’inchiesta. Le sedute siano occasione di crescita e approfondimento, non di barricate e passerelle»
Pubblicato il 14 Luglio 2021

 Venezia, 14 luglio 2021 – «Nessuno mette in dubbio il diritto di porre domande, ma non accettiamo che ci accusino di ostruzionismo. Piuttosto, siamo costrette a constatare l’atteggiamento irrispettoso dei consiglieri di opposizione che, evidentemente, hanno confuso un’opportunità di approfondimento e crescita con un’occasione di barricata politica. Non ci si comporta così: non parliamo di pura formalità, ma di educazione istituzionale». Milena Cecchetto (Liga Veneta per Salvini premier) e Sonia Brescacin (Zaia Presidente), rispettivamente vicepresidente e segretario della Commissione d’inchiesta sul Covid-19, rispondono così alle colleghe di minoranza.

«La Commissione d’inchiesta è nata con lo scopo approfondire quanto accaduto e quanto fatto durante  il periodo della pandemia. Fare domande, quindi, non è solo un diritto, ma anche un dovere di tutti i partecipanti. E infatti le colleghe hanno posto domande per ore, senza alcun limite e senza nemmeno rispettare le competenze di chi doveva rispondere. Ricordiamo, però, che la Commissione d’inchiesta non è un’aula di tribunale, né una passerella politica. Chiediamo quindi che tutti i membri dimostrino più rispetto nei confronti di chi, da un anno e mezzo, è in prima linea per affrontare la pandemia. Non si possono porre domande accusando implicitamente gli intervenuti in audizione. Ci auguriamo che per le prossime sedute dei lavori, l’atteggiamento sia più collaborativo e meno inquisitorio. Facciamo quindi appello alla presidente Zottis, perché nelle prossime sedute garantisca uno svolgimento più corretto».