Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
PROGRAMMA POLITICO
Torna alle news
Brescacin (Lega – LV): “Una mozione per contrastare la carenza di infermieri: urgente potenziare la formazione universitaria, il piano delle assunzioni e adeguare le retribuzioni”
Pubblicato il 4 Febbraio 2022

Venezia 4 febbraio 2022 – “Emergenza infermieri: urgente potenziare la formazione universitaria, il piano delle assunzioni e adeguare le retribuzioni”.
Si intitola così la mozione depositata oggi dalla consigliera regionale Sonia Brescacin, Presidente della Commissione Sanità in regione (Intergruppo Lega – Liga Veneto).

“Ci troviamo in una situazione complicata – spiega Brescacin – l’emergenza sanitaria ha acuito la carenza strutturale del personale infermieristico che oggi assume i caratteri della cronicità e dell’emergenza, mettendo a rischio la tenuta dei servizi sanitari e sociosanitari. Questa carenza, che era ben nota già negli anni precedenti e che la pandemia ha peggiorato, non ha trovato nella legge di Bilancio 2022 dello Stato opportuna risposta. La stessa Commissione Ue ha recentemente lanciato l’allarme, con la pubblicazione “State oh Health in the UE”, dichiarando che “L’Italia impiega meno infermieri rispetto a quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale e il loro numero (6,2 per 1000 abitanti) è inferiore del 25% alla media UE. Vista la diminuzione del numero di infermieri laureati dal 2014, le carenze di persone sono destinate ad aggravarsi in futuro”.

“Noi non siamo rimasti alla finestra – continua Brescacin – abbiamo fatto e stiamo facendo il possibile per gestire al meglio le risorse che abbiamo. Uno degli effetti dell’impossibilità di trovare infermieri da assumere lo si registra, ad esempio nelle strutture dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani, che così non riescono a riaprire reparti e servizi. Per questo, la Regione del Veneto ha previsto diverse azioni con appositi provvedimenti: in primis che le Ulss venete possano continuare ad assegnare temporaneamente il proprio personale infermieristico a supporto dei centri di servizi per anziani non autosufficienti accreditati e l’attivazione della formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio sanitario. Inoltre, abbiamo istituito percorsi di formazione finalizzati all’acquisizione di competenze avanzate per gli infermieri, con lo scopo di valorizzare i professionisti e svilupparne il potenziale nell’ottica di una evoluzione dei modelli organizzativo-assistenziale focalizzati sull’assistito. Abbiamo avviato con gli Ordini delle Professioni Infermieristiche provinciali un dialogo proficuo, per affrontare congiuntamente temi su professione e carriera, formazione e aggiornamento, del personale infermieristico del Servizio Sanitario regionale”.

“Attività importanti e oserei dire essenziali – prosegue la Presidente – ma ora non più sufficienti a far fronte alla situazione. E’ necessario dunque che il Governo metta in moto tutta una serie di azioni per pianificare la formazione e l’assunzione di un maggior numero di infermieri, e nel contempo renda più appetibile questa professione con incentivi che possano anche richiamare i professionisti italiani che si sono trasferiti all’estero, come richiedo nella mozione”.

“Per aumentare il numero di infermieri formati – spiega Brescacin – mantenendo un livello di qualità della formazione, è necessario un intervento sul sistema universitario che preveda l’aumento dei posti disponibili per gli studenti (consideriamo che ogni anno il numero delle domande di giovani per l’ingresso nei corsi di laurea della professione infermieristica sono ben superiori ai posti messi a disposizione negli Atenei), ma anche l’aumento del numero di docenti-infermieri nelle Università (ogni ce n’è uno ogni 1.350 studenti contro uno ogni sei di altre discipline). Per questi motivi, la mozione impegna la Giunta regionale ad attivarsi in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome. Gli obiettivi sono molteplici: aumentare i posti disponibili per gli studenti nelle Università e il numero di infermieri docenti per accrescere la qualità della formazione; valorizzare la figura dell’infermiere economicamente e sotto l’aspetto della responsabilità e dell’autonomia, nonché garantire il riconoscimento dell’indennità prevista per legge. Inoltre, chiedere al Governo di valutare il superamento del vincolo di esclusività al servizio sanitario pubblico per permettere una gestione flessibile, improntata alla condivisione del personale infermieristico tra diversi setting assistenziali, e favorire l’accreditamento delle strutture residenziali quali sedi di tirocinio dei corsi di laurea in infermieristica. Infine – conclude la consigliera – chiediamo al Governo di favorire il rientro degli infermieri italiani che lavorano all’estero anche attraverso incentivi contrattuali ed economici”.