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Brescacin (Lega – LV): “Centri antiviolenza e case rifugio: una mozione per chiedere che l’intesa Stato-Regioni non penalizzi gli enti gestori”
Pubblicato il 25 Luglio 2023

Venezia, 25 luglio 2023 – “Centri antiviolenza e case rifugio: intesa Stato-Regioni non penalizzi gli enti gestori”.

Si intitola così la mozione depositata oggi dalla presidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale del Veneto, Sonia Brescacin (Intergruppo Lega – Liga Veneta) che impegna la giunta regionale “A farsi portavoce presso il Governo per una modifica dell’intesa o un’interpretazione della stessa che non vada a penalizzare tutta la rete di Enti gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio attivi in Veneto”.

“La nostra Regione sostiene da sempre questa tipologia di servizi, spesso indispensabili per offrire una salvezza, a donne che si trovano in difficoltà se non in pericolo, vittime di violenza e abusi, e ai loro figli. Basti pensare, ad esempio, alla legge regionale del 23 aprile 2013, n.5 “Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne”, aggiornata nel 2018, che promuove interventi di sostegno a favore delle donne vittime di violenza, in collaborazione con Enti pubblici e privati e prevede che la Regione ponga in essere azioni volte alla tutela e al recupero di condizioni di vita normali per queste vittime, nonché attività mirate al contrasto del fenomeno”.

 

“L’Intesa tra il Governo, le Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano e gli Enti locali dello scorso settembre introduce requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, ma rischia di mettere in difficoltà la rete di Enti gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio attivi in Veneto”.

 

“In Veneto abbiamo una rete consolidata di 26 centri antiviolenza e 28 case rifugio (17 di tipo A e 11 di tipo B) che sta dando un buon servizio, di prevenzione e accoglienza a titolo gratuito – spiega Brescacin nella mozione – nel rispetto della riservatezza e dell’anonimato, a tutte le donne vittime di violenza maschile o che si trovino esposte a tale rischio, congiuntamente ai loro figli minori, indipendentemente dal luogo di residenza.

 

La Rete degli enti gestori si troverebbe in difficoltà a rispettare i requisiti previsti dalla suddetta intesa – spiega la presidente – quali la prevalenza dell’attività, la reperibilità h24 e i 5 anni di comprovata esperienza in attività contro la violenza maschile sulle donne. È per questo che chiedo alla Giunta di attivarsi presso il Governo affinché si proceda ad una modifica dell’intesa o un’interpretazione della stessa che non vada a penalizzare tutta la rete di Enti gestori dei centri antiviolenza e delle case rifugio attivi in Veneto”.