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Boron (ZP): «Nuovo ospedale di Padova, da Ivo Rossi inesattezze e ricostruzioni dell’iter errate. Riconsegniamo i giusti meriti a chi ha lottato per fare della città un polo sanitario di eccellenza»
Pubblicato il 29 Ottobre 2021

Venezia, 29 ottobre 2021 – «Leggo oggi dalla stampa la ricostruzione fatta da Ivo Rossi di come si è arrivati alla scelta dell’area di Padova Est per realizzare il nuovo ospedale di Padova. Una ricostruzione, devo dire, che mi lascia perplesso e che non risulta corretta nei vari passaggi. Di tempo ne è passato molto, ma ricordo nitidamente tutto il percorso che ha portato un sogno a trasformarsi in realtà, anche perché fin dal 1995 sono stato, in qualità di Consigliere prima e Presidente del Quartiere Ovest poi, in prima linea in questa battaglia». Fabrizio Boron, Consigliere Regionale del Gruppo Zaia Presidente, commenta così le anticipazioni del libro di Ivo Rossi sull’iter della realizzazione del nuovo ospedale padovano.

«Fui contrario fin da subito alla scelta dell’area di Padova Ovest: un’area, ricordo, interessata da un indirizzo urbanistico come centro sportivo voluto dall’allora vice sindaco Claudio Sinigaglia. Pensare un ospedale in una zona interessata da eventi sportivi mi sembrava una follia, senza contare il grande rischio idrogeologico certificato da tutti gli enti competenti, che avrebbe corso la struttura. Inoltre stiamo parlando di un’area interamente privata che comportava, quindi, le complicazioni di un lungo e complesso procedimento burocratico di esproprio di un’area parcellizzata in una 70ina di proprietari. Se nel 2014 l’amministrazione di centro destra a guida Lega appena eletta, ha avanzato l’ipotesi della costruzione di una struttura nuova sulla vecchia, è stato solo per contestare il progetto folle di Padova Ovest. Era dagli anni Novanta che la Lega proponeva la costruzione di un nuovo ospedale, nonostante l’ostilità di Ivo Rossi, prima come consigliere comunale, poi assessore e infine vice sindaco. Nel 2014, poi, all’indomani della vittoria alle amministrative, ebbi subito colloqui con l’allora direttore della Sanità Domenico Mantoan: è stato nel corso di questi incontri che abbiamo iniziato a vagliare l’ipotesi di Padova Est, un’area pubblica vasta, cedibile fin da subito senza il pericolo di incorrere in contenziosi legali. Da Consigliere Regionale e da Presidente della Quinta commissione Sanità e Sociale ho avuto poi, dal 2015, possibilità di avviare subito un percorso in tal senso. Dire quindi che il Presidente Zaia nutriva dei dubbi, non corrisponde assolutamente a realtà. Anzi, il Presidente appoggiò in pieno questo progetto. Il percorso si complicò con l’avversità dell’amministrazione Giordani, che solo nel 2018 si convinse a firmare la cessione delle aree ad est di Padova a seguito di due miei emendamenti al bilancio regionale che proponevano l’esproprio delle aree al fine della salute pubblica. Successivamente in Commissione Sanità, nella programmazione delle schede ospedaliere, si definì sia il futuro del nuovo Policlinico Universitario ad est sia l’esistenza dell’ospedale di via Giustiniani come ospedale dei Padovani, rivalutando il parco delle mura al suo interno e salvaguardando anche l’indotto economico e sociale che l’ospedale produce in quella parte di città. Chi continua a portare avanti ricostruzioni fantasiose, dico solo che conservo una mail del 2011, inviata all’allora Presidente della Regione Zaia, dove non solo indicavo i rischi di un iter per la costruzione di un ospedale a Padova ovest, ma indicavo già quello che oggi è realtà, ovvero un nuovo hub sanitario e il mantenimento della struttura in via Giustiniani come l’ospedale dei Padovani. Una mail che, finora, ho conservato con riservo, che però può smentire definitivamente chi sostiene una non verità e riconsegnare così i giusti meriti al Presidente Zaia e all’amministrazione comunale leghista che ha lottato, fin dai tempi in cui era all’opposizione, per rendere Padova un’eccellenza sanitaria, un punto di riferimento nazionale e internazionale».