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Bet (Lega-LV): «Fotovoltaico, prosegue in Commissione l’esame del pdl per sviluppare le energie rinnovabili tutelando al contempo la natura agricola del nostro Veneto, inserendo paletti e linee guida»
Pubblicato il 17 Marzo 2022

Venezia, 17 marzo 2022 – «Dopo mesi di discussione e lavoro con gli stakeholder, oggi in Seconda commissione siamo tornati ad esaminare il mio progetto di legge per la disciplina degli impianti fotovoltaici a terra. Una discussione che proseguirà anche nelle prossime settimane, con l’esame dei vari emendamenti e aggiornamenti. Punto focale della discussione, come già anticipato nelle scorse settimane, è naturalmente la disciplina degli impianti nelle zone agricole. Una disciplina che, precisiamo fin da subito, ha come principale interesse la tutela della vocazione del territorio. Per noi è fondamentale dare un forte impulso allo sviluppo delle energie rinnovabili, senza però stravolgere l’essenza della natura del nostro Veneto». Roberto Bet, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega-Liga Veneta, commenta così, al termine della seduta della Seconda commissione consiliare, la discussione sul progetto di legge 97, di cui è primo firmatario, «Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra».

«Dobbiamo tenere bene a mente che ogni normativa regionale deve essere inquadrata all’interno della più vasta legislazione nazionale – prosegue Bet -. Il fotovoltaico in zona agricola è il tema più delicato e scivoloso per quanto riguarda l’eventuale impugnativa alla Corte costituzionale. La Regione non può introdurre un divieto generalizzato di installazione degli impianti in zona. Alla base del progetto di legge abbiamo mantenuto il principio guida di tutela dell’attività agricola, favorendo l’installazione di questi impianti nei parcheggi, nelle aree industriali e in generale in aree già compromesse dal punto di vista ambientale. Nel nostro Veneto ci sono delle zone agricole che meritano di essere mantenute tali. Abbiamo quindi introdotto un ulteriore criterio di non idoneità alla realizzazione degli impianti fotovoltaici, costituito dalle zone agricole di pregio ad elevata utilizzazione agricola e naturalità diffusa, aree che dovranno essere individuate dalle Province in base a precisi criteri di tutela. E laddove l’istruttoria dovesse dare il via libera all’installazione in area agricola di un impianto, questo dovrà essere necessariamente agrofotovoltaico».

«Perché non venga stravolta la natura del territorio, inoltre – aggiunge il primo firmatario del pdl -, abbiamo declinato il principio della prevalenza dell’attività agricola in zona agricola rispetto alla installazione di impianti industriali di produzione di energia. Tutte queste novità introdotte – conclude Bet – vanno in un’unica direzione: tutelare la nostra ricchezza più grande, il nostro territorio, con una duplice azione, proteggendo la sua natura e implementando la produzione di energia pulita».