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Brescacin (Lega-LV): «Sanità, il divario tra Regioni è già una realtà oggi. È colpa dell’autonomia che oggi non c’è?»
Pubblicato il 2 Febbraio 2023

Venezia, 2 febbraio 2023 – «Il divario tra le varie sanità regionali è una realtà già oggi, e non è certo stata provocata dall’autonomia differenziata. Anzi, l’autonomia è il miglior strumento per responsabilizzare i territori in una gestione più efficace di un settore così essenziale come quello della sanità. Alla Fondazione Gimbe, che definisce questa grande riforma come la “legittimazione normativa delle diseguaglianze nella tutela della salute”, ricordo che è la Costituzione che permette alle Regioni di ottenere maggiore autonomia in questo settore. E che il principio di sussidiarietà, proprio nel medesimo rispetto del dettato costituzionale, verrò sempre rispettato. Piuttosto, come l’esperienza pandemica ha insegnato, dare più competenze alle Regioni permetterà una gestione più efficiente, meglio calata nelle diverse realtà territoriali, più vicina ai cittadini e, quindi, più efficace. Il Veneto ha già dimostrato di saper tenere in ordine i propri conti: con più autonomia non potrà che fare ancora di più e ancora meglio». Sonia Brescacin, consigliere regionale dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta e presidente della Quinta commissione consiliare, risponde con queste parole alle dichiarazioni del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.

«Accusano l’autonomia di essere la futura responsabile della disparità dell’offerta sanitaria tra Nord e Sud – continua Brescacin -, ma questa disparità è tangibile già oggi, quando la sanità è competenza statale. Il Veneto, che a livello locale sta lavorando per porre rimedio a danni statali come l’erronea programmazione della formazione dei medici, in ogni report ministeriale dimostra di essere fortemente attrattiva per i pazienti provenienti dal meridione. E in base all’ultimo report della Corte dei Conti sulla spesa pro capite delle Regioni, il Veneto già adesso dimostra di raggiungere risultati migliori nelle tre aree prese in esame, quella della prevenzione, quella distrettuale e quella ospedaliera, nonostante la spesa per singolo cittadino sia inferiore alla media nazionale. Questo significa essere più efficienti nella gestione dei fondi. L’unico motivo per osteggiare, quindi, l’autonomia, è quello di voler mantenere uno status quo che permetta a quelle amministrazioni regionali non così efficaci di avere un capro espiatorio, una scusa che le giustifichi per non aver colmato questo storico divario. Al Veneto questo non interessa: vogliamo poter fare di più, poter fare meglio. E per raggiungere obiettivi ancora più elevati, abbiamo bisogno dell’autonomia, abbiamo bisogno che ci venga assicurato un nostro diritto».