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Villanova (ZP): «Prevenzione dei suicidi, il Governo istituisca una strategia nazionale e dia ulteriori finanziamenti alle Regioni per poter aiutare al meglio i cittadini bisognosi»
Pubblicato il 23 Marzo 2021

Venezia, 23 marzo 2021 – «La pandemia e l’isolamento dovute al lockdown hanno inasprito una situazione di disagio sociale già molto profonda. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Italia si registrano ogni anno circa 4000 morti per suicidio, con tassi più elevati nel Nord Est. Come riportato dall’Osservatorio suicidi della Link Campus University di Roma, in Italia vi sono stati 25 suicidi nelle settimane del primo lockdown del 2020 e 16 nel solo mese di aprile, ai quali si aggiungono 21 tentati suicidi nelle settimane di isolamento. Più della metà delle vittime è costituita da imprenditori. La cronaca locale degli ultimi giorni, purtroppo, conferma questo trend drammatico. Per questo motivo ho presentato una mozione per impegnare la Giunta regionale del Veneto a chiedere al Governo di istituire una strategia nazionale per la prevenzione dei suicidi e di stanziare fondi appositi destinati alle Regione per una serie di azioni di prevenzione come, tra le altre, potenziare i servizi di salute mentale territoriali, formare personale ad hoc, aumentare i servizi nelle scuole e avviare progetti in collaborazione con università, ospedali, centri di ricerca pubblici per poter meglio approfondire questa problematica». Ad annunciarlo è Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente in Consiglio regionale del Veneto.

«La Regione del Veneto ha inserito già nel Piano socio sanitario regionale 2019-2023 l’obiettivo di promuovere politiche per la prevenzione dei suicidi. Dal 2012 ha attivato il progetto “InOltre, la Salute dell’Imprenditore” che vuole fornire assistenza agli imprenditori colpiti dalla crisi economica nel 2012. Dallo scorso anno, poi, questo servizio di call center (Numero verde 800 33 43 43) è stato reso disponibile anche per tutte le persone che, a causa dell’emergenza Covid-19, hanno bisogno di un sostegno psicologico, un aiuto o semplicemente una voce amica con cui parlare. Un servizio essenziale, come ci dicono i numeri: le chiamate al numero verde sono aumentate a causa delle misure economiche e sanitarie di contenimento: dal 2012 il numero verde aveva registrato complessivamente 11.300 telefonate, da marzo alla fine del 2020, le richieste di aiuto sono state 3.200. Tutto questo, però, non basta: le Regioni devono poter fare di più. Perché questo sia possibile, però, è necessario un ulteriore aiuto da parte del Governo».