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Finco (LV): «Dietrofront imbarazzante e pericoloso sull’apertura degli impianti sciistici. Ancora una volta palazzi romani e ministro Speranza lontani dai bisogni dei cittadini e delle imprese»
Pubblicato il 15 Febbraio 2021

Venezia, 15 febbraio 2021 – «Ancora una volta abbiamo avuto la dimostrazione di quanto i palazzi romani ed in particolare il ministro Speranza siano lontani dai bisogni e dalle necessità delle nostre imprese. Il mondo del turismo invernale si sente preso in giro e abbandonato. Era pronto a ripartire proprio grazie ad alcune garanzie che erano state date al CTS nei giorni scorsi che, accogliendo le linee guida proposte dalle Regioni, aveva dato parere favorevole per la riapertura degli impianti sciistici.  E invece le imprese si sono dovute scontrare con la totale incapacità organizzativa di alcuni esponenti del Governo che non si rendono conto dei danni causati». Nicola Finco (LV), Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, commenta così il dietrofront sull’apertura degli impianti sciistici.

«In questi giorni i vari gestori di impianti e i titolari delle attività economiche che ruotano attorno al mondo dello sci, dagli hotel ai bar e ristoranti, si erano preparati nel miglior dei modi per accogliere i turisti, con ingenti investimenti per la messa in sicurezza da un punto di vista sanitario delle strutture, acquisti di derrate alimentari, assunzione di personale stagionale. Gli alberghi erano stati preparati, sanificati, riscaldati e riaperti, nella speranza di poter salvare una parte della stagione invernale. Dopo tanto lavoro, ieri purtroppo la doccia fredda. Non solamente per le moltissime imprese del nostro Veneto, ma anche per tantissimi lavoratori stagionali che da mesi sono senza lavoro e senza cassa integrazione. Mi chiedo come sia possibile prendere una decisione così drastica a poche ore da una riapertura che era stata così discussa e attesa. Nessuno vuole mettere in pericolo la salute dei cittadini. Gli imprenditori chiedono solo uno sforzo di organizzazione e comunicazione, senza imbarazzanti e pericolosi dietrofront. Le nostre aziende hanno bisogno di tempi certi, per programmare la loro attività e garantire posti di lavoro per moltissimi nostri concittadini. Purtroppo la stagione invernale è ormai persa e al dramma di un anno di mancati guadagni, si è aggiunta anche quest’ultima beffa. A questo punto speriamo che il nuovo governo Draghi segni un cambio di passo, a partire da un elemento che sembrerebbe banale: ascoltare le necessità dei territori e programmare per tempo le fasi di apertura di settori strategici della nostra economia. L’emergenza sanitaria non è ancora finita, purtroppo. Non possiamo sperare di venirne fuori con una tale improvvisazione che ha chiare radici nel precedente governo e che sta portando alla morte migliaia di attività».