Venezia, 3 ottobre 2024 – “Piazza San Marco nuovamente allagata nonostante l’attivazione del Mose, è urgente e indispensabile rivedere le attuali procedure di gestione del sistema di barriere mobili. Gli eventi di ieri dimostrano che l’attuale protocollo e i passaggi di consultazione tra più enti prima di deciderne l’attivazione risultano insufficienti per garantire la protezione delle zone più vulnerabili della città, come l’area marciana e altri punti critici”.
Sono le parole del consigliere regionale Marco Dolfin (Intergruppo Lega – Liga Veneta), Capo dipartimento per il partito in Veneto.
“Il Mose, progettato per proteggere Venezia dall’acqua alta, deve essere attivato in modo più tempestivo e adattato alle reali condizioni del territorio. Nonostante il protocollo vigente preveda l’innalzamento delle barriere al raggiungimento di determinate soglie di marea, l’incompleta realizzazione dei lavori di innalzamento e impermeabilizzazione di Piazza San Marco – attualmente in corso – richiede una revisione immediata delle procedure, che auspichiamo avvenga subito, in questi giorni.
Ieri, a causa del ritardo nell’attivazione del Mose, con le barriere sollevate solo dopo che la marea aveva raggiunto i 90 centimetri a Punta della Salute, Piazza San Marco è stata sommersa, creando disagi non solo per i cittadini, ma anche per le attività commerciali della zona. È chiaro che l’attuale situazione non può proseguire. Venezia merita una protezione efficace e tempestiva contro un fenomeno, quello delle acque alte, che sta diventando sempre più frequente a causa dell’innalzamento dei mari. È quindi auspicabili, visti i continui disagi, rivedere il protocollo di attivazione del Mose, anticipando il sollevamento delle barriere per proteggere in modo efficace tutte le aree della città, in particolare quelle più vulnerabili come Piazza San Marco e Cannaregio. Inoltre, occorre trovare un equilibrio tra i costi di gestione e la tutela della città, non certamente prevedendo pagamenti di balzelli alle imbarcazioni che vi transitano, siano esse crociere o pescherecci, come qualcuno aveva proposto. Noi abbiamo stoppato questa proposta sul nascere, con la mia mozione sul Mose, nella quale si evince chiaramente la mia contrarietà.
Occorre dunque un sollevamento più frequente del Mose, anche con maree più basse, per evitare ulteriori danni strutturali ed economici che, alla lunga, pesano maggiormente sia sui cittadini che sull’amministrazione. In vista dell’incontro previsto per il 7 ottobre con tutti gli enti preposti, il nostro appello è chiaro: è tempo di adattare le misure di gestione del Mose alle esigenze reali della città. Solo così sarà possibile prevenire ulteriori disagi, salvaguardare le attività commerciali e, soprattutto, garantire che Venezia non sia costantemente minacciata dall’acqua alta”.