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Covid – Brescacin (ZP): “Stilare classifiche tra chi sta meno peggio è inutile e accusare Zaia per la zona gialla significa travisare la realtà con bugie utili solo a nascondere gli errori di Roma”
Pubblicato il 17 Dicembre 2020

Venezia 17 dicembre 2020 – “Inutile continuare a fare a gara chi sta meno peggio: stiamo tutti male. Che lo si dica in area gialla, arancione o rossa: lo scenario è comunque drammatico”. Sonia Brescacin (ZP) presidente della V Commissione consigliare del Veneto Sanità interviene nel dibattito sull’evoluzione dell’epidemia Covid-19. “Esponenti del Pd dicono testualmente che ‘la zona gialla abbinata alle misure di prevenzione adottate non funziona’ ma si guardano bene dallo spiegare che le zonizzazioni sono frutto di decisioni governative e del Cts derivate dall’analisi di 21 parametri oggettivi: se questi non sono adeguati o sono insufficienti li si cambi ma non si può di certo scaricare sui presidenti di Regione l’incongruità di algoritmi scelti e applicati a livello nazionale da Roma. Accusare Zaia per la zona gialla significa travisare la realtà con bugie utili solo a nascondere incertezze ed errori di Roma – sottolinea Brescacin – Il Veneto è la Regione che fa il più alto numero di tamponi in Italia, doppio rispetto a quelli della Lombardia o dell’Emilia Romagna, ed è da sottolineare come nella nostra Regione l’incidenza dei positivi sui tamponi eseguiti è del 7.5 per cento”. La presidente della Commissione continua: “Il Presidente Zaia nell’ambito e con i limiti delle sue competenze ha introdotto delle ordinanze restrittive riuscendo anche a trovare risorse per il sostegno dell’economia e di quelle imprese che si trovano in oggettiva difficoltà, quando il governo nazionale su ciò tentenna con provvedimenti contradditori o con risorse insufficienti. Lo scenario attuale, checchè ne dica chi si basa su pregiudizi e stereotipi, dimostra l’importanza e l’efficienza dell’autonomia; guardiamo a come una realtà federale quale la Germania sta affrontando l’epidemia anche in questi giorni, con una chiusura totale, concordata e condivisa tra la cancelliera Merkel e tutti i Länder, una chiusura che prevede contestualmente importanti e tempestivi ristori economici stabiliti con teutonica precisione da Berlino, mentre in Italia il lockdown, o zona rossa, significa – conclude Brescacin – confini regionali chiusi, confini comunali chiusi, bar e ristoranti chiusi, attività commerciali chiuse, attività produttive aperte e tante incertezze su quei ristori che solo Roma può stabilire.”