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Chiusura dello stabilimento ABB a Marostica – Finco (LV): «Stamattina ho partecipato al sit in insieme ai sindaci del territorio e ai sindacati. La nostra vicinanza sia di aiuto per i lavoratori, ma anche di monito agli altri gruppi industriali»
Pubblicato il 13 Gennaio 2021

Venezia, 13 gennaio 2021 – «Stamattina ho partecipato, insieme ai sindacati e ai sindaci del Bassanese, al sit in di vicinanza davanti ai cancelli dell’ABB di Marostica. Un’occasione per esprimere la nostra vicinanza ai cento lavoratori di questa azienda così importante per il nostro territorio, ma anche per garantire che faremo il possibile per salvare questi posti di lavoro». A dirlo è il vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco (Liga Veneta per Salvini Premier).

«Fin da subito la Regione del Veneto ha preso contatto con i sindacati e aperto un tavolo di lavoro presso l’unità di crisi – continua Finco -. Non ci arrendiamo: continuiamo a studiare le strategie migliori per proteggere i dipendenti. Ricordiamo che l’azienda non ha deciso di chiudere lo stabilimento di Marostica per problemi di bilancio, ma solamente per portarlo all’estero e risparmiare ulteriormente, incurante del destino dei lavoratori e delle loro famiglie. E questa situazione oggi è resa possibile da normative nazionali assurde. Come Regione, quindi, è nostro dovere chiedere che quanto prima si cambino le leggi, perché in futuro le aziende non si sentano più in diritto di sfruttare i lavoratori finché fa loro comodo, per poi gettarli via quando intravedono un’occasione di maggior profitto. La presenza mia e dei tanti sindaci, Bassano, Cassola, Colceresa, Marostica, Nove, Pozzoleone, Romano d’Ezzellino, Rossano Veneto e Schiavon, non voleva quindi solamente sottolineare che, come istituzioni, lavoreremo per tutelare i lavoratori, ma anche dare un messaggio agli altri grandi gruppi industriali del territorio. Vogliamo scongiurare che, nel momento in cui verranno sbloccati i licenziamenti ora fermi a causa della pandemia, altre imprese colgano l’occasione per una ristrutturazione aziendale improvvida e sconsiderata».